NO all’abolizione del quorum

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di Marco Tarelli

In questi giorni ha preso il via la raccolta firme per una proposta di legge che punta ad abolire il quorum nei referendum abrogativi. Il comitato promotore si chiama “Basta quorum!” e il primo firmatario è Mario Staderini, già noto per le sue battaglie nel nome della “democrazia diretta”. Ma questa proposta, lungi dal rafforzare la partecipazione popolare, rappresenta un attacco grave ai fondamenti della nostra Repubblica e alla sovranità reale del popolo italiano. Il quorum è un argine democratico, non un ostacolo. Chi vuole abolire il quorum ci racconta che è un freno alla volontà popolare. Ma è vero esattamente il contrario: il quorum è una garanzia. Impedisce che una ristretta minoranza, magari ideologizzata o organizzata da lobby ben precise, possa stravolgere le leggi dello Stato approfittando dell’astensionismo generale o dell’indifferenza su temi complessi. È un principio semplice: per cancellare una legge votata dal Parlamento occorre una partecipazione ampia e consapevole. Senza questo limite, si rischia di mettere la Costituzione in mano a gruppi di pressione ben organizzati, che potrebbero manipolare il dibattito per imporre la propria agenda. Democrazia non significa “minoranza attiva”, ma “popolo sovrano”. Nel nostro ordinamento, il popolo è sovrano davvero quando è messo in condizione di partecipare consapevolmente e in massa. La democrazia è fatta di maggioranze qualificate, di coinvolgimento, di responsabilità. Non è un meccanismo che si accontenta del 10% dei cittadini per cancellare norme che riguardano l’intera collettività. Abolire il quorum significa accettare che anche una minoranza organizzata e ideologizzata possa decidere per tutti, senza che la maggioranza silenziosa abbia alcuna voce in capitolo. È una logica pericolosa, da democrazia liquida e superficiale, che nulla ha a che fare con la visione forte e ordinata che Fiamma Tricolore ha sempre difeso. Contro il populismo referendario, serve un rilancio della partecipazione consapevole. La disaffezione dei cittadini verso le urne non si combatte abbassando le soglie, ma rialzando il livello del dibattito. Serve una riforma seria degli strumenti di democrazia diretta, che valorizzi il referendum come atto alto e ponderato, non come scorciatoia per minoranze urlanti. Bisogna restituire autorevolezza alle istituzioni, non indebolirle ulteriormente con leggi ad effetto, che cavalcano il populismo più sfrenato. Chi ha a cuore la democrazia, la rispetta anche nei suoi limiti, perché sono quei limiti a garantirne l’equilibrio e la forza. Come Fiamma Tricolore, ci opponiamo fermamente a questa proposta. Il quorum è una difesa della volontà popolare autentica, non un ostacolo. Vogliamo uno Stato forte, ordinato, in cui le decisioni siano prese da una comunità nazionale consapevole, non da una minoranza vociante. La partecipazione va incentivata, ma senza svendere i principi di sovranità e rappresentanza che sono pilastri della nostra civiltà politica. Difendere il quorum significa difendere l’idea stessa di nazione come comunità coesa e partecipe. Per questo diciamo no all’abolizione del quorum e sì a una democrazia che rispetta davvero il popolo sovrano, tutto intero, non solo quello che urla più forte.

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