PER IL RISPETTO DELLE DONNE OLTRE I DELIRI DEL FEMMINISMO

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di Daniele Proietti

La festa delle donne è appena trascorsa, molte cose ieri sono state dette da più parti, alcune giuste ma tante, troppe, a sproposito. La signora Dadone, attuale Ministro per le Politiche Giovanili, si è fatta fotografare con i piedi su un tavolino, pensando, forse, che attraverso questa immagine potesse passare il messaggio che la donna deve aspirare diventare uguale all’uomo, compiendo i suoi gesti, comportandosi come detta lo stereotipo maschile.

Ma non è cosi che si raggiunge lo scopo di favorire un maggiore rispetto delle donne: non risiede infatti nell’uguaglianza, bensì nella differenza, la ricchezza del genere femminile, che non deve vivere questa diversità come una condizione di inferiorità, ma al contrario, deve iniziare a pensare alle sue caratteristiche peculiari come la fonte della propria ricchezza spirituale.

In natura l’uguaglianza non esiste: questo è un concetto inventato dall’essere umano e dalle peggiori teorie che l’umanità ha partorito, come l’illuminismo e il comunismo.

Le donne non hanno bisogno di un giorno dedicato a loro come se fossero una categoria speciale invece che una parte integrante, fondamentale della società; non necessitano di una definizione “accondiscendente” sulla Treccani, o di essere chiamate direttrici anziché direttori.

Le donne hanno bisogno di coltivare e di riappropriarsi della propria specifica identità, senza cercare di scopiazzare goffamente quella degli uomini, ma convivendo con essi in armonia per formare, attraverso la famiglia, che è SOLO quella formata da un uomo e da una donna, una comunità nazionale forte capace di muoversi nel migliore dei modi in un mondo identitario e sociale.

Si vuole fare il bene delle donne? Si inizi col dare uno sostegno economico adeguato a chi svolge la determinante funzione della casalinga, facendo si che quella di rimanere a casa rappresenti finalmente un’opzione e non venga considerata come una rinuncia.

Una donna che non lavora non è, come afferma il capitalismo, un “membro improduttivo della società”, ma è colei che decide di dedicare del tempo alla cura delle mura domestiche e alla formazione dei figli.

Parimenti la donna che sceglie, in maniera legittima e libera, e non perchè soffocata da bisogni economici, di lavorare, deve essere messa nelle condizioni, con un orario lavorativo adeguato, di formare una famiglia e passare del tempo con i suoi figli, specialmente in un’epoca come questa, dove si è costretti ad usare il computer anche per istruirsi.

Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore basa la propria azione politica sull’autentico rispetto delle donne, che passa, necessariamente, per metterle in condizione di vivere in armonia con il ruolo che la Tradizione gli ha dato, perché la Tradizione è qualcosa di eterno, al contrario, per fortuna, degli schiamazzi di piccole donne che cercano di farsi spazio nel mondo di oggi, permeato di ipocrisia e perbenismo.

 

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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