L’ENNESIMA CAPRIOLA DI STORACE

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di GIACOMO CIARCIA

Non è che ci turbi minimamente l’abbandono da parte dell’ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace nei confronti di Fratelli d’Italia, ci riempie di sdegno casomai (ma neanche troppo conoscendo il soggetto) le ragioni per le quali il vicedirettore de Il Tempo ha lasciato il partito della Meloni.
Infatti dopo mille carambole, mille capriole che lo hanno fatto spaziare da Alleanza Nazionale a Segretario de La Destra, federato con Forza Italia per le elezioni europee del 2014, Presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità (che ebbe vita breve), ‘’elettore leghista’’, aderente a Fratelli d’Italia nonché direttore de Il Secolo d’Italia fino a poco fa; è notizia freschissima il suo recidivo scivolamento nelle orbite salviniane e con ciò il proprio ‘’divorzio’’ dal partito dei conservatori italiani.
La nostra opinione su Fratelli d’Italia è ben nota a tutti, abbiamo ribadito e continuiamo a ribadire la nostra totale estraneità e contrarietà verso una formazione politica liberal-conservatrice erede diretta di quella che fu Alleanza Nazionale e dell’abiura di Fiuggi (di cui Storace fu uno dei massimi sostenitori); come è anche nota del resto anche la nostra totale lontananza politica e valoriale verso quel partito politico rappresentato da Matteo Salvini che nonostante i suoi troppo spesso strumentali richiami a istanze vagamente patriottiche, di fatto mai ha rinunciato o rinnegato pubblicamente le proprie radici secessioniste ed antinazionali, radici che possiamo ritrovare tutt’oggi nel vigente statuto della ‘’Lega Nord per l’indipendenza della padania’’ (questo ancora è il nome ufficiale del partito a dispetto di certa retorica ‘’patriottarda’’ di Salvini ).
Ma non è tutto, se già di per sé può apparire penoso lo ‘’scodinzolare’’ alla corte leghista da parte di un esponente politico riconducibile e catalogabile nell’area della cosiddetta ‘’destra nazionale’’ (già distante per molti versi e estranea da quello che noi rappresentiamo), ancor più gravi appaiono le motivazioni espresse da Storace su questo ritorno di ‘’amore salviniano’’.
Si plaude il sostegno di Salvini al governo Draghi e di fatto anche le derive eccessivamente liberal-liberiste e rinunciatarie intraprese dalla Lega negli ultimi tempi, ma cosa ancor più sconcertante si esalta la figura di Draghi definito ‘’di destra’’, e concludendo nelle parole dell’ex governatore: << la Lega può dare al popolo di destra ciò di cui il popolo di destra ha bisogno: una grande forza di governo, e tutto grazie a Draghi’’>>.
Ora bisognerebbe chiedere a Storace cosa intenda per ‘’destra’’, quale tipo di destra può rappresentare Salvini assieme a Draghi; forse soltanto quella ‘’logica mercatista’’ da lui sposata a Fiuggi in quel lontano ’95, ma certamente nessuna istanza nazional-popolare che erroneamente viene catalogata a destra rappresentata oggi da noi, e che forse Storace ha solo potuto conoscere quando in gioventù ha militato nel Movimento Sociale Italiano.
Avremmo apprezzato l’uscita da Fratelli d’Italia motivate con tutt’altre ragioni più nobili, ma in verità Storace sta coronando la sua ‘’carriera politica’’ con il peggio di sé.
Da leader de La Destra con Teodoro Buontempo fondata in polemica con AN, in polemica a fasi alterne con il PDL, in opposizione al governo Monti, alla guida dell’euroscettico Movimento Nazionale per la Sovranità nel 2017, per finire estimatore di Draghi ‘’alla corte del Carroccio’’, ma senza casacche, dice.
Insomma, per dirla con il Sommo Poeta:
“Gente cui si fa notte innanzi sera”

GIACOMO CIARCIA

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