IDENTITÀ E TRADIZIONE: COSA SONO E PERCHÉ VANNO DIFESE

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di Daniele Proietti

Davanti al pericolo che la nostra civiltà sta vivendo in questa fase storica, che, deve essere chiaro, è quello dell’estinzione, tutte le tematiche di politica economica o sociale passano, inesorabilmente, in secondo piano. Le domande che non la natura, e nemmeno la Storia, bensì un sistema pienamente contrario agli interessi nazionali ci obbliga a porci sono: cosa intendiamo essere?
Chi vogliamo sia, nel prossimo futuro, l’abitante di quel territorio geografico chiamato Italia e, più in generale, Europa?
È ormai chiaro che la sinistra, in tutte le sue declinazioni, desidera che il nostro suolo venga calpestato da persone dall’identità indefinita, i cosiddetti ” nuovi italiani “, risultati di norme come lo Ius Soli, legge finalizzata a distruggere il concetto stesso di italianità, e, più in generale, di civiltà europea, intesa in senso etnico e culturale.
Ma anche la cosiddetta “Opposizione” della “destra” liberomercatista, in nome del politicamente corretto, balbetta, e non dice mai una parola fermamente contraria ai progetti del progressismo.
L’identità di un popolo è ciò che, in un individuo, è il codice genetico: rappresenta l’insieme delle caratteristiche peculiari di un popolo e, qualora andasse in frantumi, con essa verrebbe distrutto il popolo stesso, che diverrebbe una massa indistinta invece che un soggetto forte ed autonomo.
La Tradizione, parimenti importante, è il complesso valoriale, composto da passato usi e costumi, che costituisce la Storia di una civiltà e rende ogni generazione, in senso spirituale, la continuazione di quelle precedenti, determinando l’andare avanti del corso storico di un popolo che conserva, secolo dopo secolo, salde le proprie radici.
È evidente che i concetti di identità e tradizione vanno a braccetto, e qualora venisse distrutta la prima, lo sarebbe, forzatamente, anche la seconda.
Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, essendo il partito degli italiani, non può che far prescindere ogni sua battaglia, presente e futura, dalla difesa del diritto ad esistere dell’identità italiana e dell’italiano come soggetto culturale ben definito.
Per questo motivo, in questo momento di attacco efferato, la nostra opposizione a progetti come lo Ius Soli, ma anche il ddl Zan, sarà dura e netta, essendo consapevoli che, se queste due norme passassero, ci sarebbe rimasto ben poco da difendere, e la situazione sarebbe compromessa, stavolta, forse, in maniera definitiva.

Foto di SplitShire da Pixabay

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3 thoughts on “IDENTITÀ E TRADIZIONE: COSA SONO E PERCHÉ VANNO DIFESE

  1. Tradizione o tradizione? La Tradizione é una forza ordinatrice. É una Trascendenza Immanente, cioè una forza spirituale che agisce come presenza reale e si manifesta attraverso istituzioni, culture, costumi, leggi, religioni, e altri ordinamenti facendo in modo che i valori spirituali e super-individiali costituiscano l’asse e il supremo punto di riferimento per l organizzazione in genere.

    Quanto detto solo per precisare che la Tradizione non é italiana ne ha una data di inizio, ma é senza tempo e senza spazio.

    Ora, a meno che nell’articolo non ci si riferiva alla tradizione, con il significato che l’uomo comune oggi giorno attribuisce a questa parola, non possiamo affermare:”È evidente che i concetti di identità e tradizione vanno a braccetto, e qualora venisse distrutta la prima, lo sarebbe, forzatamente, anche la seconda”. Questo perché la Tradizione é già stata da tempo distrutta. Tutti i principi Tradizionali oggi sono considerati dei disvalori. La sovversione ha inizio a partire dall’epoca della riforma protestante, passando per l’età dei lumi culminata con la rivoluzione francese. Quei principi sono poi stati rafforzati nel mondo moderno attraverso forze e teorie della sovversione quali evoluzionismo, psicanalisi, esistenzialismo, liberismo, democrazia, socialismo, comunismo e bolscevismo. Queste sono diversi gradi di uno stesso male, come stadi che hanno preparato ognuno quello successivo nel complesso di un processo di caduta. E l’inizio di questo processo sta in cui l’uomo occidentale spezzò i vincoli con la Tradizione, disconobbe ogni superiore simbolo d’autoritá e di sovranitá, rivendicò per se stesso come individuo una libertà vana ed illusoria, divenne atomo invece che parte consapevole nell’unità organica e gerarchica di un tutto.

    Quanto esposto, spero possa suscitare curiosità nei lettori che mi auguro vorranno approfondire.

    PS. In questo commento ci sono citazioni prese da due testi di Julius Evola. Uno é l’arco e la clava, l’altro é orientamenti.

  2. Cito dall’articolo:

    « […] La Tradizione, parimenti importante, è il complesso valoriale, composto da passato usi e costumi […] »

    Questa definizione di Tradizione non è molto corretta e appare anche problematica.
    Spesso si tende a confondere il folklore con la Tradizione, dato che usualmente, usi e costumi di tipo folkloristico vengono indicati, in modo del tutto generico, come “le tradizioni” (di un luogo, di una popolazione, etc.).

    Brevissimamente (faccio il possibile!):

    1) La Tradizione si riferisce, così come s’intuisce dalla stessa parola, al tramandare un insegnamento di Verità che, come giustamente dice il signor Vincenzo, è eterna, al di là dello spazio e del tempo.

    2) Questo insegnamento di Verità non è stato inventato da persone ordinarie come noi ma deriva dalla conoscenza oggettiva di esseri superiori, cioè, esseri che si manifestavano – in epoche diverse da quella nella quale ci ritroviamo a vivere – nella originaria condizione umana prima della decadenza (la “caduta” o la “discesa”, concetti presenti in quasi tutti i miti della spiritualità mondiale).

    3) E appunto, siccome l’umanità ha perduto questa sua condizione originaria, ha necessità assoluta di riferirsi agli insegnamenti della Tradizione per organizzare al meglio la propria vita su questa Terra; altrimenti, non è in grado di fare da sé dato che non possiede più la conoscenza oggettiva di tutto ciò che è.

    4) Da questo insegnamento, relativo a “tutto ciò che è”, derivano tutte le idee e la Sapienza riguardo la Vita, lo scopo dell’umanità su questo piano dell’esistenza ma anche sull’organizzazione sociale, l’idea dei ruoli tra uomo e donna e il loro significato, etc., etc. Tutto quanto deve riflettere la forma dell’Universo.

    Brevemente sull’identità:

    1) Due delle Leggi Fondamentali dell’Universo sono rappresentate, anche qui, sulla Terra, dai concetti di gerarchia e di differenza.

    2) DIFFERENZA – Se è vero che a ogni cosa e a ogni essere vivente viene assegnato uno scopo, un còmpito da assolvere, allora, è giusto che detto còmpito venga assolto nel migliore dei modi possibile (dato che, solitamente, si dice che la perfezione non sia di questo mondo) in base alle proprie caratteristiche: dal melo nascono le mele; dal coccodrillo nascono i coccodrilli, etc.

    3) La stessa cosa vale per l’umanità. Esempio: le razze esistono e hanno un loro significato e un loro scopo. Servono alla Vita. Coloro che s’impegnano a distruggerle o a snaturarle, commettono un crimine contro la Vita stessa.

    Mi fermo qui. L’argomento è, ovviamente, estremamente complesso e lungo da trattare. Questi miei sono solo pochi spunti a dir poco superficiali.

    Complimenti alla redazione per questo sito agile di informazione, è da un po’ che lo seguo.

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