IL CASO CILE DEVE FARCI RIFLETTERE

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di Daniele Proietti

È notizia di queste ultime ore il fatto che il Cile si prepara a richiudere tutto, e lo fa nonostante una grandissima parte della popolazione sia vaccinata con almeno una dose, e di questa, più della metà, ne abbia ricevute due.
Questo rappresenta un colpo durissimo per le teorie vacciniste militanti della quasi totalità della stampa e del sistema mediatico del nostro paese, ma soprattutto dovrebbe indurci a chiedere se, in questi mesi, abbiamo seguito la strada giusta.
Per noi la risposta a questa domanda è chiara ed è no: è stato sbagliato pressoché tutto da una classe politica che non ha mai messo al primo posto, realmente, la salute degli italiani, ma invece ha privilegiato gli interessi privati delle grandi case farmaceutiche che, e ciò è facilmente verificabile, hanno iniziato a trarre profitto in borsa dalla situazione pandemica dai primi giorni dell’emergenza.
Se il caso Cile dimostra quanto i vaccini siano inutili, le morti che essi causano, l’ultima quella di un cinquantaquattrenne colpito da ischemia, lasciano sgomenti e chiedono giustizia.
Cari virologi improvvisati, veterinari assunti ai vertici del sistema sanitario nazionale, studiosi di zanzare trattati come guru: quando ammetterete che avete sbagliato tutto? Che non si può spostare i limiti di età per sottoporsi ad un vaccino di giorno in giorno? E soprattutto, caro Roberto Speranza: dove sono tutte le assunzioni che avevi promesso per potenziare la sanità pubblica del nostro paese che ad oggi è ridotta allo stremo? Smettetela, tutti, di prendere in giro il popolo italiano, non se lo merita davvero.


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