IL “CASO” RICHARD GERE

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di Giacinto Reale

Giudico inopportuna, in un contesto già così “mosso” la convocazione di Richard Gere al processo di Palermo .
Però, proviamo come sempre , a ragionare, mettendo da parte la tentatrice pigrizia.
Nessuno avrebbe avuto niente a che ridire sulla convocazione di un qualunque altro -anche americano- soggetto (idraulico, impiegato al catasto, ingegnere nucleare, etc) che, caso unico in quei giorni, avesse raggiunto in proprio la Open Arms, per portare aiuti e rendersi conto della situazione.
Una testimonianza cmq in certo qual modo “terza” rispetto a quelle degli operatori a bordo e dei soccorsi imbarcati…..in punta di diritto non può valere nei confronti di Gere una conventio ad excludendum solo perchè attore famoso.
E sono convinto che su questo siano d’accordo anche tutti coloro che, nelle stesse condizioni, a parti capovolte, sarebbero stati favorevole all’audizione, p es, di Clint Eastwood (che proprio un immigrazionista non è) per provare che, in fondo in fondo, la situazione non era poi così grave.
Questo mi dice il buon senso…ma si sa che, nelle cose di giustizia italiane, il sospetto di cercata spettacolarizzazione è più che giustificato –

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