Le foibe, il genocidio degli italiani

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di Raffaele Riccardo

Con il termine foiba, che deriva dal latino fovea, si indicano gli inghiottitoi naturali tipici delle aree carsiche, ovvero voragini naturali profonde decine e talvolta centinaia di metri che costellano una vasta area che va dai confini orientali del Friuli fino alla Croazia. Ebbene dopo l’armistizio del 1943, migliaia di italiani furono infoibati, quindi uccisi dai partigiani titini. Si trattò di un genocidio etnico, teso a slavizzare i territori giuliano dalmati. I crimini dei partigiani si protrassero anche oltre la fine della guerra, mentre gli slavi provvedevano ad occupare anche Trieste: l’esercito Titino raggiunse la città il 1° maggio 1945, precedendo gli anglo-americani, dando iniziò ad una brutale carneficina che coinvolgeva militari e civili italiani. I primi a finire in foiba furono carabinieri, poliziotti e guardie di finanza, nonché militari della R.S.I e collaborazionisti. Tuttavia brutale fu l’aggressione ai civili, in particolare a donne, bambini ed al clero. I crimini furono perpetrati anche in danno di sloveni e croati. Il massacrò proseguì anche dopo l’arrivo dei neozelandesi: finì solo il 9 giugno, quando fu tracciata la linea di demarcazione Morgan, che restituiva agli Italiani diversi territori sotto il controllo dei titini. Da questi tragici eventi, ne derivò l’esodo degli italiani dalle terre giuliano dalmate. Il massacro delle foibe si placò solo a partire dal 10 febbraio 1947, quando la Jugoslavia riottenne le province di Fiume, Zara, Pola e di altri territori grazie al trattato di Parigi. L’Italia riuscì almeno a salvare la città di Trieste, ma solo nell’ottobre 1954, mentre l’Istria era persa. Precisamente, il 5 ottobre 1954 con il “Memorandum d’intesa” la parte amministrata dagli Alleati (la cosiddetta zona A) viene restituita all’amministrazione dell’Italia, il 26 ottobre dello stesso anno, avvenne il ritorno definitivo di Trieste alla madrepatria. Il 10 novembre 1975 ,con il trattato di Osimo, nelle Marche, l’allora Ministro degli Esteri Rumor firmò la cessione in via definitiva della zona B alla Jugoslavia. Per quasi cinquant’anni, anche per mezzo della propaganda di certi ambienti progressisti, si è taciuto sui gravi fatti relativi alle foibe, donde gli infoibati sarebbero stati nient’altro che fascisti, criminali di guerra, insomma gente immeritevole di essere ricordata. Ma questa era la versione dei fatti che il Governo di Tito aveva fatto circolare all’indomani dei massacri. Agli «infoibati» di destra si opposero i morti di sinistra, come anche alla memoria delle foibe triestine si oppose quella della risiera di San Sabba. Questo modo ideologico di leggere la storia ha però ormai fatto il suo tempo; esso è finito, è scomparso con la caduta del muro di Berlino e con la fine della guerra fredda. È una ferita ancora aperta perché ignorata per molto, troppo tempo. Solo dopo sessant’anni l’Italia con la legge 30 marzo 2004 n° 92 ha riconosciuto ufficialmente questa tragedia istituendo il 10 febbraio come Giorno del Ricordo.

 

 

 

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