Corsica in fiamme.

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A margine dell’immane tragedia che sta avvenendo in Ucraina anche nella vicina Corsica sono in atto disordini, infatti recentemente, una serie di violente proteste sta attraversando l’isola. La ragione é da ricercare nell’aggressione all’indipendentista Yvan Colonna, il militante separatista avrebbe subito una brutale aggressione da parte di un altro detenuto mentre si trovava in carcere, lo scorso 2 marzo. L’altro prigioniero, di nazionalità camerunense, Franck Elong, islamista radicale, che avrebbe torturato fisicamente il secessionista causandone la morte cerebrale.
Il 3 marzo Yvan Colonna, il pastore indipendentista corso, é ricoverato nell’ospedale di Arles in stato di morte celebrale, Le sue condizioni sono gravissime e non lasciano speranze.
Il 4 marzo i marittimi di Ajaccio hanno impedito lo sbarco di truppe speciali della polizia da un traghetto proveniente da Tolone che è ripartito con uomini e mezzi imbarcati per la Francia. Ne sono arrivati altri in aereo e per nave.
Il 6 marzo 20.000 Corsi hanno sfilato per le vie di Corti, la gendarmeria ha bloccato l’accesso ad una piazza con reti metalliche e sono partiti gli scontri, Ajaccio ogni giorno vede scontri tra giovani e forze antisommossa . I Corsi hanno abbandonato da anni la lotta armata e hanno scelto la via democratica per ottenere il riconoscimento dei propri diritti. L’assemblea regionale è a maggioranza nazionalista/regionalista e non trova alcuna concreta forma di dialogo con lo stato francese. A questo si aggiunge una precaria situazione economica soprattutto le nuove generazioni che non trova sostegni idonei dallo stato francese.
Molti corsi, in particolare giovani sono scesi in strada per protestare contro la secolare occupazione francese della loro isola, la repressione francese non si è fatta aspettare, come sempre i “cugini” di oltre alpe ignorano e disprezzano le rivendicazioni identitarie degli altri popoli, in particolare degli italiani, come storicamente é successo per la francesizzazione forzata di Nizza nel 1858 e per Briga e Tenda nel 1946.  La Corsica, terra sicuramente più affine sia geograficamente (basta guardare un cartina) che culturalmente all’Italia che alla Francia fu annessa nel 1769 dopo un breve periodo di indipendenza, 1755-1769 Repubblica Corsa, in questo periodo emerge la figura di Pasquale Paoli, queste le sue parole pronunciate a Napoli nel 1750 : “Noi siamo corsi per nascita e sentimenti, ma prima di tutto ci sentiamo italiani per lingua, costumi e tradizioni… E tutti gli italiani sono fratelli e solidali davanti alla Storia e davanti a Dio… Come Corsi non vogliamo essere né servi e né “ribelli” e come italiani abbiamo il diritto di essere trattati uguale agli altri italiani… O non saremo nulla… O vinceremo con l’onore o moriremo con le armi in mano… La nostra guerra di liberazione è santa e giusta, come santo e giusto è il nome di Dio, e qui, nei nostri monti, spunterà per l’Italia il sole della libertà”.
La lingua ufficiale dello stato corso era l’italiano, la capitale Corti, l’annessione alla Francia fu una vera e propria conquista militare sul campo, peraltro conquista non facile per l’eroica resistenza dei patrioti corsi, l’intervento militare francese fu giustificato come supporto alla Repubblica di Genova, che controllava l’isola dal 1400, ma la Francia non restituì mai la Corsica ai genovesi e l’annesse, l’annessione non é mai stata ratificata da alcun trattato.
Ricordiamo che all’epoca l’Italia non esisteva, la nostra penisola era divisa in molti stati e staterelli.
Da allora é iniziata il tentativo di francesizzazione e se ancora oggi, dopo 250 anni, esiste ancora una identità nazionale, questo non può che farci ammirare profondamente i fratelli corsi.
Perché di questo si tratta: i corsi sono nostri fratelli, non solo per le evidenti affinità con i sardi ma perché, come detto, culturalmente e geograficamente italiani, per fare un esempio banale: se si gioca Italia-Francia in Corsica il tifo é per… l’Italia.
Naturalmente il nostro governo se ne frega altamente, mica vogliamo indispettire Macron?
Ma noi del Movimento Sociale Fiamma Tricolori non siamo sordi alle giuste rivendicazioni ed auguriamo ai corsi di potersi liberare del dominio francese e tornare alla loro casa: l’ITALIA!

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