TUTTO CAMBIA PERCHÉ NULLA CAMBI.

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di Giacomo Ciarcia

Coglie nel segno Marco Travaglio quando afferma come ha affermato nell’ultima recente puntata televisiva di “otto e mezzo” che dopo le elezioni 2023 la situazione non muterà affatto e che molto probabilmente avremo un governo Draghi bis o comunque un ennesimo governo tecnico. Vero è anche quando afferma che il sistema sta lavorando a creare tanti piccoli partiti di stampo centrista e conservatore ligi e sostenitori di Draghi o di altri come lui. Ogni piccola differenza partitica parlamentare verrà livellata completamente e ogni formazione politica tradirà puntualmente e per l’ennesima volta il proprio elettorato. Stanno da tempo lavorando a questo e un’altra fresca prova l’abbiamo avuta con la scissione di Di Maio, opera orchestrata direttamente dal presidente del consiglio.
Afferma inoltre sul finire del suo intervento che se da un lato la Meloni è già stata resa inerme e messa a cuccia con la propria recente rivendicazione di fedeltà atlantista, la prossima volta che il partito della Meloni uscirà con la testa fuori dalla siepe verrà immediatamente decapitato in nome del livellamento della politica. Rispondiamo noi a Travaglio che questo non accadrà, e ci pare anche strano che un giornalista navigato come il direttore de “Il Fatto Quotidiano” non abbia capito che anche il partito di Fratelli d’Italia rappresenta una pedina funzionale al sistema stesso. Il regime deve pur fingere e far credere di avere una opposizione per essere legittimato democraticamente e questo ruolo di pseudo opposizione lo sta incarnando bene Giorgia Meloni la quale fa comunque parte del gioco. Spera dunque Marco Travaglio in Fratelli d’Italia o nel “ribelle” Conte per la opposizione al livellamento della politica che ci sarà più che mai nella prossima legislatura? Rimarrà deluso anche da questi.
Apprezziamo le sue critiche invece circa le negatività rappresentate dalla figura di Draghi e dal suo governo. Penoso invece l’intervento di Massimo Cacciari che esordisce nella stessa trasmissione affermando che “saremmo stati molto peggio in assenza di Draghi”. Parole deplorevoli queste se si pensa alle recenti battaglie antigovernative condivisibili portate avanti anche da Cacciari durante la recente pandemia. Ennesimo voltagabbana? Ennesimo venduto al sistema? Possibile; questi sono del resto i filosofi e rivoluzionari italiani partoriti dalla estrema sinistra degli anni ’70.
Un teatrino della politica questo che non può che nausearci sempre di più. A niente serviranno le prossime elezioni politiche, del resto nessun movimento politico realmente rivoluzionario faranno mai entrare in parlamento grazie alle loro soglie di sbarramento e ai loro trucchetti elettorali.
Tutto cambia perché nulla cambi secondo il motto del gattopardo.

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