Il costo del lavoro in Italia

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di C. Giannini

Il fondamentale noto Gordiano del sistema lavoro italiano è il costo del lavoro: fra oneri fiscali, assistenziali e previdenziali diretti ed indiretti, in questo momento una retribuzione netta di 1200 Euro percepita dal dipendente costa al datore di lavoro oltre 2300 Euro, e se la retribuzione sale, la forbice si allarga ulteriormente. Nessuna politica del lavoro potrà favorire lo sviluppo dell’occupazione se non si opera una consistente riduzione del cuneo fiscale, a cui si aggiunge lo stato comatoso del sistema previdenziale, tenuto in vita solo dalla spesa pubblica e destinato nei prossimi anni ad una ineluttabile decomposizione, generata dal “suicidio demografico” italiano.
Cosa avverrà quando nei prossimi anni andranno in pensione gli ex bimbi del baby boom degli anni sessanta? Che cosa avverrà man mano che le giovani generazioni dovranno sostenere sempre più la spesa pubblica necessaria per il mantenimento degli anziani? Come si potranno adeguare le pensioni al costo reale della vita? Non vogliamo vedere i nostri anziani costretti a vivere gli ultimi anni della vita in Paesi in via di sviluppo, così come non vogliamo immaginare i nostri nipoti, lavare i vetri alle auto nelle ricche città delle tigri asiatiche dell’economia.
Se non vogliamo questo, l’intero sistema del lavoro e della previdenza va ridisegnato con responsabilità, certo, ma soprattutto con socialità sostenibile che la nostra civiltà ha insegnato al mondo.
L’utopia dei socialdemocratici europei che per eliminare la disoccupazione ha predicato “lavorare meno, lavorare tutti” è fallita miseramente in quasi tutti gli Stati Europei.
Questo slogan deve essere sostituito “lavorare di più, lavorare meglio”, muoversi sul terreno della competitività, solo l’aumento della competitività genera nuova occupazione.
Difesa attiva del Made in Italy, tracciabilità del prodotto, incentivi concreti all’agricoltura, accorciamento della filiera tra produttore e consumatore, privilegiare le tre “A”, Ambiente, Agricoltura, Arte; le migliori armi anti globali, prettamente peculiari e tradizionali da sostenere e sulle quali assolutamente investire.

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