Lucca e la strada al buon presidente

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di G. Ciarcia

Per un attimo abbiamo gioito per la prima scelta dell’amministrazione comunale di Lucca circa la bocciatura di una mozione presentata in consiglio comunale dalla minoranza di centrosinistra riguardo l’intitolazione di una via all’innominabile “buon presidente della Repubblica”; ma evidentemente la notizia pareva troppo bella per essere vera, ed il sindaco di centrodestra ovviamente proprio in stil Fratelli d’Italia ha fatto marcia indietro ed ha promesso che la strada al “buon” presidente si dedicherà, a nulla è valsa quindi la prima netta opposizione alla mozione PD portata avanti soprattutto da elementi della giunta comunale di estrazione “destra sociale”. Tuttavia ripetiamo che la retromarcia non ci coglie di sorpresa e che da un sindaco del centrodestra ce la potevamo aspettare. Scendendo nel merito della dedica di una strada alla persona in questione come missini non possiamo certamente mostrarci favorevoli poiché quel soggetto prima di essere presidente della Repubblica (e questo a noi poco ci interessa) è stato soprattutto un anti-italiano ed oggettivamente un coltivatore di odio. A costui si addebitano le responsabilità dell’uccisione di molti innocenti durante la “guerra fratricida” tra cui gli attori Osvaldo Valenti e Luisa Ferida (incinta all’ottavo mese) con la sola “colpa” di essere fascisti e di aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana.
Non sono poche le documentate narrazioni che di fronte alla clemenza di chi avrebbe risparmiato la vita alla giovane donna incinta il “buon” presidente allora partigiano affermò che lasciandola in vita ella avrebbe rappresentato una scomoda testimonianza e che per niente c’era da riguardarsi nell’ucciderla circa la sua gravidanza, poiché in grembo poteva soltanto nutrire un piccolo fascista. Questo è stato il leader partigiano socialista più tardi osannato presidente della Repubblica. Attribuibile ad egli anche il macello finale dell’aprile 1945 allorché Mussolini in una lettera indirizzata al Partito Socialista tramite Carlo Silvestri (socialista aderente alla RSI), desiderava trattare la consegna dei poteri dell’entità statale repubblicana comprensiva della incisiva legislazione sociale già in atto con la socializzazione delle grandi fabbriche ai suoi antichi compagni socialisti e non già (parole sue) ai borghesi e restauratori della monarchia. Ma il futuro presidente della Repubblica stralcio’ personalmente la proposta inveendo contro Carlo Silvestri di andare a riferire a Benito Mussolini che “coi fascisti non si tratta”, e che l’unica sorte per il Duce, Claretta ed i fascisti repubblicani era la morte. Per questi “bei” meriti l’elogiato presidente della Repubblica è portato tutt’oggi ad esempio di libertà e democrazia, anche quando si chinò a baciare la bara del sanguinario boia di italiani Joseph Tito. Per gli stessi “bei” meriti” noi ci saremmo altresì opposti con più fermezza all’intitolazione di una via per costui. Le sinistre come sempre battono i piedi pur di averla vinta, sono gli stessi che a Grosseto stanno facendo un “diavolo a quattro” contro la decisione già deliberata dal consiglio comunale di una via a Giorgio Almirante parallela tra l’altro ad una via dedicata a Berlinguer. Sono anche gli stessi che lo stesso “putiferio” stanno muovendo da anni anche a Pisa per opporsi alla decisione di intitolare una rotonda a Beppe Niccolai, assieme ad una intitolata ad un politico locale democristiano e ad un’altra intitolata a un comunista.

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