La donna ed il femminismo

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di V. Guardino

La donna è sempre stata la base della famiglia, il nucleo portante di qualsiasi società. Pensiamo all’epoca di Roma, dove il compito di allevare i figli e prendersi cura della domusera ritenuto così importante da dedicare alle donne una festa, le Matronalia, celebrata ogni primo marzo in onore delle matrone romane.Pensiamo poi alla donna medievale che, grazie al Cristianesimo, è stata degnamente valorizzata rispetto alla vecchia tradizione giudaica che la considerava impura per via del sangue mestruale. Il Cristianesimole concesse il perdono dei peccati ed il diritto ad avere un ruolo, anche di rilievo dal punto di vista teologico, all’interno della Chiesa. Non basta. Il monachesimo permise alla donna l’accesso all’istruzione; col passare dei secoli essa arrivò a compiere quasi tutti i lavori degli uomini e a ricoprire importanti cariche temporali. Maria divenne il modello più bello di donna: umile, santa, sottomessa al volere di Dio. Il matrimonio stesso, da semplice contratto qual era in epoca pre-cristiana, venne sopraelevato dal Cristianesimo assumendo un significato più profondo: la donna è unita e obbediente al marito così come la Chiesa è unita e obbediente al suo Sposo, Gesù Cristo, che sulla croce si è sacrificato per lei. Ma in quest’epoca senza valori e radici, dove tutto è divenuto merce, la famiglia, cellula fondamentale di ogni società, è stata ferocemente attaccata. L’amore come principio di verità, di senso duale e di vita progettuale si scontra con il modello dell’individuo consumistico, privo di legami stabili. Le relazioni odierne hanno rimosso dal loro orizzonte di senso l’aspetto donativo e si sono trasformate in esclusivo egoismo. All’interno di un contesto come quello attuale si inserisce l’odierno femminismo individualista il quale ha il vile compito di smarcare la donna dal suo ruolo naturale di madre e moglie per trasformarla in atomo unisex in carriera, portatrice di illimitati desideri fatti passare per “diritti”. Il femminismo ha contribuito e contribuisce ancora notevolmente, tramite l’inganno della cosiddetta “emancipazione” iniziata dal ’68, a distruggere il disegno divino sulla famiglia, sulla procreazione e sull’ educazione dei figli. Si può dire a pieno titolo che la società nichilista odierna ha ucciso la triplice forma di Padre: il pater familias, in quanto figura che con la sua autorità regola il nucleo familiare, la Patria natìa, in quanto argine di fronte al globalismo che disgrega i popoli e, dulcis in fundo, il Padre eterno che con la Sua legge pone un freno alla cattiveria umana. Da un po’ di tempo a questa parte, inoltre, lo strumento principale di lavaggio del cervello che il sistema adopera, ossia la televisione, strumentalizza la “violenza di genere” enfatizzando i casi di violenza sulle donne (che vanno ovviamente condannati, sia chiaro) per criminalizzare la figura dell’uomo,allo scopo di convincere le donne a non sposarsi, a ricorrere al divorzio alla prima difficoltà e all’aborto come ordinaria amministrazione. I media sono riusciti a far passare l’idea che sposarsi, rimanere fedeli ad un uomo per tutta la vita ed avere figli, complici anche le difficoltà di natura sociale, rappresenti un ostacolo per la “libertà” delle donne. Al posto dei figli, molte ormai preferiscono prendersi cura degli animali domestici. Per quanto riguarda noi, che crediamo in una dimensione spirituale della vita, non ci resta che denunciare questi scempi, testimoniare i veri valori e continuare la nostra lotta, certi dell’aiuto che la Provvidenza darà alla nostra causa. E gli attacchi nei nostri confronti devono essere considerati come autentiche medaglie al valore; il sistema teme chi vuole ridare ordine alla famiglia proprio perché è consapevole che da lì può rinascere il popolo italiano. Potremmo dire, citando il Don Chisciotte: “Ci abbaiano Sancho, è segno che stiamo cavalcando”.

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