L’inarrestabile perdita dei Valori

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di Vincenzo Guardino

Vi è stato un tempo in cui tra il popolo era facile trovare valori importanti e sani, valori che hanno segnato per secoli la civiltà italiana: il sentimento religioso, il senso della famiglia e dell’appartenenza, la cultura del lavoro, la solidarietà verso il prossimo, la sobrietà dei costumi, l’obbedienza al dovere. Ma a partire dall’avvento della società dei consumi (fine anni ’60), tutto ciò si è progressivamente sgretolato fino al totale decadimento di questi ultimissimi decenni. Quello che una volta era lo spirito borghese, o meglio la mentalità di una piccola fetta plutocratica della borghesia, adesso è divenuto il modus vivendi di tutti gli individui, eroi e santi esclusi. Il nuovo credo popolare di oggi, essendo immersi in una società basata sull’idolatria denaro e delle cose materiali che costantemente spingono gli uomini ad incarnare la versione peggiore di sé stessi, consiste nell’abbandono alla soddisfazione dei sensi, nel consumo sfrenato delle merci, nella vita comoda, nella volontà di aggirare le regole e di scansare le fatiche, nella sopraffazione del prossimo. L’egoismo è la legge che regna sovrana.
Non esiste più cultura del lavoro, rispetto per la famiglia e per l’autorità, non esiste interesse che tocchi questioni importanti. Sesso, acquisto di merci e futilità, più sono bassi gli istinti, più è stimolato l’interesse del nostro contemporaneo. Gli italiani preferiscono recarsi al centro commerciale che interessarsi alle tematiche che riguardano il loro futuro, preferiscono guardare la partita al posto di santificare il giorno del Signore, decidono che è meglio acquistare telefoni e automobili di ultimo modello al posto di mettere al mondo i figli. Sono diventati poi tutti esterofili: parole anglofone in ogni frase, merci straniere, cibi stranieri ordinati telematicamente, canzoni straniere, stile di vita americano, amore incondizionato per la UE senza confini la quale, pur esercitando un potere usuraio sui popoli, permette di girare liberamente per le capitali europee. Tutto ciò è agevolato dai media asserviti, da personaggi noti (anche appartenenti alla sfera politica) che offrono un pessimo esempio, dalla predominante “cultura di sinistra” e dall’ignoranza spaventosa delle masse. Mai si era visto nella storia un popolo, soprattutto del popolo più ricco di storia e di cultura al mondo, un disprezzo così profondo per le proprie radici. E’ lo schiavo che ama le sue catene, è l’oppresso che predilige ciò che lo opprime. Incredibile, se non fosse vero.
Chi scrive non ha, almeno per ora, la soluzione per invertire la rotta. Ciò che conta in questo momento storico è far sì che sempre più realtà possano svegliarsi e prendere coscienza della barbarie in cui la civiltà italiana ed europea è sprofondata. Occorre, dunque, ripartire dando testimonianza della Verità, anche a costo di risultare una “vox clamans in deserto”, ben consapevoli che solo la Verità può renderci finalmente liberi.

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