Geopolitica: Il mondo può ancora evitare una guerra tra Stati Uniti e Russia? La guerra non più Fredda del ventunesimo secolo.

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di Demarco Giovanni

Lungi dalle distrazioni mediatiche o dall’assoluta futilità dei social network, il potere crescente di un rapido attacco contro la Russia, nell’Europa orientale, continua a un ritmo costante.

La crisi economica e finanziaria globale, il crollo totale della efficacia della propaganda occidentale e il fallimento del sistema politico statunitense lasciano allo Stato profondo una sola opzione. Peggio ancora: un’escalation della politica ostile contro la Russia, dettata dalla consapevolezza della propria incapacità politica nella egemonia mondiale, che può solo portare allo scontro. Prima per procura, poi, speriamo mai, diretta. Con conseguenze molto disastrose per tutti i protagonisti e conseguenze catastrofiche per il sistema di sicurezza collettiva.

Ad oggi, sia la leadership russa, che la sua controparte statunitense, sono preparate a questa ultima eventualità. L’unica variante sta nel chi tra le due, per prima, perderà la pazienza e la padronanza del gioco diplomatico e politico e rileverà quindi, con l’azione, le proprie intenzione finale.

Tutti gli elementi suggeriscono che sarà l’attuale squadra alla Casa Bianca ad iniziare le ostilità ed a condurre apertamente una campagna ostile di dimensioni senza precedenti contro Mosca. Indipendentemente dal pretesto avanzato, sia che si tratti della ripresa di elementi di guerra psicologica basati essenzialmente sull’accusa di ingerenza russa nelle elezioni presidenziali statunitensi e di conseguenza di ingerenze russe finalizzate al sabotaggio di una democrazia perfetta ed eccezionale (l’immagine non regge), ma il simbolismo è un elemento dipendente) o il blocco della guerra in Siria, o magari anche la paralisi dell’Ucraina, l’accesso della marina al Mediterraneo, la guerra dei vaccini e le perdite causate a Big Pharma dalla cosiddetta contro-propaganda russa volta a screditare i vaccini occidentali; o forse anche l’alleanza con la Cina, la svolta russa nell’Africa meridionale e occidentale , e cosi via. Il pretesto dell’interferenza russa nelle caotiche elezioni presidenziali statunitensi degne di una repubblica delle banane di quarto grado (il termine è stato coniato dall’ex presidente George Bush Jr.) sarà probabilmente utilizzato dallo stato profondo che ha nominato Joe Biden per riaccendere un “duro” conflitto contro la Russia. Ciò consentirà di camuffare il fallimento del sistema politico statunitense, totalmente obsoleto e corrotto e il fragore di una guerra simmetrica su scala globale.

Una guerra contro la Russia non è un espediente facile, tutt’altro; E’ addirittura un percorso suicida. Ma l’Impero “Dem” neo-Liberista non ha più opzioni alternative. La sua narrazione non suscita più sostegno, come dimostrato dal fallimento dell’ingegneria sociale in Siria o addirittura in Myanmar nonostante sforzi colossali. La manipolazione del nuovo coronavirus ha completato la poca credibilità che il suo apparato mediatico aveva con le proprie popolazioni. L’episodio del Campidoglio non è finito. A forza di voler sopprimere il simbolismo di questo incidente inerente al declino delle nazioni, non saranno i dimostranti in un’atmosfera bonaria a minacciare la sede del potere legislativo americano ma missili ipersonici con testate nucleari tattiche multiple e indipendenti. 

La pace nel mondo non esiste più. Forse qualcuno ci ha creduto in cuor suo coscienziosamente. I più, arcobaleni nostrani in primis hanno lucrato prebende politiche ed elettorali su questo sogno, effimero quanto impossibile. noi crediamo nella geopolitica fatta di scelte e alleanze, politiche, strategiche salde, serie e sincere.

La sorda unione europea ha già scelto con chi stare. Noi anche.

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