Auguri Fiamma Tricolore, grazie grande Segretario!

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RAUTI: IL RITRATTO DI UNA BANDIERA

Pino Rauti è stato il fondatore del nostro amato partito, che dopo 27 anni ancora vive, alla faccia di chi tradì a Fiuggi ed anche di chi ha la sfacciataggine oggi di rifarsi a una storia che non gli appartiene.

Giuseppe Umberto Rauti, per tutti Pino, nasce a Cardinale in provincia di Catanzaro il 19 novembre 1926, primogenito di Cielino Pietro, usciere presso il Ministero della guerra a Roma, e di Rosaria Coscia. Vive a Roma sin dai primi mesi di vita e vi compie gli studi classici, frequentando l’istituto Sant’Apollinare. Educato in famiglia all’adesione ai principi del regime fascista, all’annuncio della costituzione della Repubblica sociale italiana decide di aderirvi e si arruola, a 17 anni, nel battaglione «M» di stanza a Orvieto. Frequenta il primo corso allievi ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana, completato nel settembre 1944. Dopo essere stato fatto prigioniero dai nemici viene rimpatriato nell’aprile del 1946. Appena tornato decide di continuare la battaglia intrapresa spostandola sul piano politico aderendo, poco dopo la sua costituzione, al Movimento Sociale Italiano. Mente di indiscusso valore, coniuga sapientemente cultura e azione collaborando con la rivista giovanile missina “La sfida” e con il giornale ufficioso del partito Rivolta Ideale.

Fin dal 1° congresso del MSI, del giugno 1948, si inserisce nel dibattito molto acceso sulla collocazione che l’ambiente neofascista avrebbe dovuto assumere nel contesto politico democratico. Con altri esponenti del fronte giovanile (il Raggruppamento giovanile studenti e lavoratori), costituisce un gruppo che, in polemica con l’ala ‘di sinistra’ del movimento e ispirato dalle opere di Julius Evola e Massimo Scaligero, reclama un’intransigenza dottrinaria assoluta e vede nel fascismo l’espressione contemporanea di una tradizione perenne, legata ai valori spirituali e in radicale antitesi con ogni espressione del materialismo, dal capitalismo liberale al socialismo marxista. Sostiene queste tesi sulla rivista “Imperium”, nata nel gennaio del 1950. Senza trascurare l’attività più strettamente politica, che lo vede partecipare a contraddittori pubblici con la Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), si dedica all’attività pubblicistica e all’elaborazione teorica. Gli anni cinquanta sono difficili sia dal punto di vista politico che giudiziario: fatto oggetto di indagini quantomeno bizzarre viene ingiustamente arrestato e poi finalmente assolto.

Nel frattempo le sue tesi vennero avversate dalla maggioranza dei dirigenti del Movimento Sociale Italiano, più favorevole ad una svolta “a destra “. Per questo, con coerenza, fa un passo di lato, continuando comunque a scrivere articoli su numerose riviste.

Sollecitato dalla base giovanile, che non lo ha mai abbandonato, decide di tornare nel partito nel 1954. Rieletto nel Comitato centrale, intensifica l’opposizione alla linea conformista del Segretario Arturo Michelini alleandosi, nonostante le precedenti divergenze, con la ‘sinistra’ interna capeggiata da Giorgio Almirante. Tuttavia, quando al 5° congresso del novembre 1956 Michelini prevale di stretta misura sugli avversari, prenderà per qualche tempo le distanze, per poi tornare nuovamente nel Partito.

Nel 1956 inizia la carriera di redattore del quotidiano romano Il Tempo, che proseguirà per sedici anni, svolgendo anche funzioni di inviato e direttore delle pagine della provincia. Si impegna prevalentemente nella produzione di testi teorici e storici, come “Le idee che mossero il mondo” (Roma 1963) e “L’immane conflitto” (Roma 1965). Attraverso la rivista “Ordine nuovo”, il periodico “Noi Europa”, i bollettini “Corrispondenza europea” ed “Eurafrica” e i rapporti con la World Anti-Communist League, sviluppa una linea politica fortemente improntata a contrastare l’influenza sovietica nel mondo, auspicando la nascita di regimi di salute pubblica in funzione anticomunista. Ciò lo porta ad accogliere con favore il colpo di Stato militare del 1967 in Grecia e a sostenere campagne in favore dei regimi ‘bianchi’ di Rhodesia e Sudafrica e del mantenimento dell’impero coloniale portoghese, nonché a schierarsi dalla parte degli Stati Uniti nella guerra vietnamita. Questa posizione lo porta a partecipare, con la relazione “La tattica della penetrazione comunista in Italia” al discusso convegno del maggio 1965 dell’Istituto di Studi Militari Alberto Pollio ed a redigere insieme a Guido Giannettini, il pamphlet “Mani Rosse sulle Forze Armate”, che gli vale un sospetto di collusione con i servizi segreti militari.

Il 4 marzo 1972 Rauti, accusato di complicità negli attentati del 1969, culminati nella strage di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre, viene incarcerato e tenuto in prigione per cinquanta giorni. Scarcerato come al solito, vista l’inconsistenza delle accuse aventi evidentemente solo una matrice politica e persecutoria, viene eletto deputato l’8 giugno 1972 e successivamente prosciolto. Rimarrà poi alla Camera per altre quattro legislature, fino al 1992. Avversò la strategia conservatrice di Destra Nazionale promossa da Almirante e convinto che il MSI debba rinnovarsi puntando alla penetrazione nella società civile attraverso associazioni e sigle parallele, coglie l’occasione dell’imminente 11° congresso del gennaio 1977 per costituire Linea Futura.

La corrente vuole proporre un’alternativa ‘nazional-rivoluzionaria’ e rimettere in discussione la collocazione a destra del MSI. Raccogliendo il 22,7% dei voti dei delegati, riesce a lanciare una serie di iniziative come il festival giovanile campo Hobbit, che si svolge in tre edizioni fra il 1977 e il 1980, i Gruppi di ricerca ecologica ed un quindicinale diffuso in edicola, Linea. Grazie a queste attività la corrente risulta largamente maggioritaria nella prima assemblea nazionale del Fronte della Gioventù del giugno 1977. Nei congressi del 1979 e del 1982, con la sigla Spazio nuovo, Rauti ripropone la sua alternativa alla concezione almirantiana del partito, auspicandone la trasformazione in un movimento meno legato al passato e indirizzato a ‘sfondare a sinistra’, nei ceti sociali delusi dalla svolta riformista consumata in quegli anni dal Partito comunista.

L’occasione per tornare alla ribalta gli si presenta quando la malattia di Almirante apre le porte alla successione alla segreteria; Rauti si scontra una prima volta con Gianfranco Fini nel 15° congresso del dicembre 1987, finendo sconfitto di misura, per poi essere eletto nel gennaio 1990. Resta in carica fino al luglio del 1991, quando, in seguito a dissidi interni e a due nette sconfitte elettorali in elezioni amministrative, alla guida della segreteria torna Fini. Nel frattempo, nel 1989 viene eletto al Parlamento europeo.

Da oppositore della segreteria Fini, Rauti non approva la ‘svolta di Fiuggi’ (27 gennaio 1995) e capeggia la nascita del Movimento Sociale Fiamma Tricolore in opposizione ad Alleanza nazionale. Sotto la sua segreteria il nuovo soggetto politico consegue l’elezione di un senatore nel 1996 e di un eurodeputato nel 1999, rimanendo, ad oggi, l’unica formazione a “destra ” ad aver ottenuto seggi alla Camera, al Senato e al Parlamento Europeo.

Muore a Roma il 2 novembre 2012, assicurandosi una vita eterna grazie ai suoi scritti, lasciando un’eredità politica e culturale che va assolutamente salvaguardata.

La Segreteria Nazionale

Movimento Sociale Fiamma Tricolore

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