Sparare sulla Croce Rossa..

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Dott. Giuseppe Varlaro, Responsabile Sanità MSFT Puglia

Si sa , parlare di sanità oggi è come sparare sulla “Croce Rossa”. Il Covid ha messo in luce, a coloro che non se ne sono ancora accorti ma non agli addetti ai lavori, la situazione straziante in cui si ritrova la Sanità Italiana. Non voglio parlare degli errori, tanti e palesi, fatti per fronteggiare la Pandemia , in quanto servirebbe scrivere un altro “capitolone”.

Voglio  mettere l’attenzione sulle cause di un declino sanitario che viene da lontano, dal Governo Ciampi che nel 1993, complice anche una crisi sociale, economica e politica, da liberista convinto, scimmiottando Margaret Thatcher in Inghilterra, spostò la Sanità da assistenziale verso il privato. Anche Berlusconi nel corso degli anni lavorò per ottenere questa svolta che chiamerei “epocale”, per fare questo le U.S.L. passarono ad aziende; il paziente diventò un utente ed all’ingresso della politica attraverso la figura del Direttore Generale; il quale avrebbe dovuto avere chiare doti di manager e del management, tale da mettere in competizione la struttura pubblica con quella privata.

Inutile dirvi che così non è stato ma un servizio , solido nel welfare che tutti ci invidiavano, fu disintegrato da un neo liberismo sfrenato. Tutto questo in quasi 30 anni, ha portato alla cancellazione del servizio sanitario nazionale, che oggi fra le criticità annovera il taglio dei fondi, le assunzioni bloccate in strutture antiquate, la mancanza importante di personale, scaricando il tutto sui medici che devono affrontare straordinari su straordinari; costretti a tutelarsi con la “medicina difensiva” dalle numerose denunce, sovente favorite da associazioni createsi apposta per remunerare copiosamente, avvocati ed utenti, convinti molte volte, di essere vittime di una malpratica.

Tra il 2010 ed 2020 sono stati chiusi in Italia ben 111 Ospedali e 113 Pronto Soccorso, con un taglio complessivo di ben 37.000 posti letto; a questi si aggiungono 29.000 professionisti in meno di cui 20.000 medici; distribuiti in 4.500 nei Pronto Soccorso,10.000 nei reparti, 6.000 nella medicina generale e come se non bastasse, per i prossimi 5 anni è previsto il pensionamento di circa 4.000 unità, fra medici ed infermieri.

L’Italia inoltre è al terz’ultimo posto, in Europa, davanti al Portogallo e Grecia per le remunerazioni più basse dei sanitari, con conseguente fuga degli stessi verso strutture private. Le vie di uscita da questa situazione assurda ci sarebbero ma, per non tediarvi, le elencherò in un prossimo articolo, certo che questo intanto, vi servirà per capire solo alcune delle molteplici criticità.                                                 

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