America ed Europa, cambio di rotta?
di Roberto Bevilacqua
“Kamala!” Così in diretta televisiva, secondo i canoni della spettacolarizzazione della politica, qualche mese fa l?ex Presidente Barak Obama investiva trionfalmente per telefono la Harris della candidatura democratica alla presidenza USA; ma non è bastato, come non sono bastati i tanti sorrisi di chi ora non ride più, la pressione delle testate giornalistiche, dei colossi finanziari Apple, Google e Microsoft, nonché delle “stars” di Hollywood e della musica rock. Evidentemente gli americani, con l’elezione di Donald Trump, contro le previsioni di sondaggi male architettati e interpretati volutamente a favore della candidata democratica dai giornalisti di mezzo mondo, hanno premiato chi si è preoccupato, fra l’altro, dell’inflazione e del carrello della spesa, degli affari e della produzione interna, della sicurezza e della vivibilità delle città americane, ponendo un freno all’immigrazione incontrollata, piuttosto che parlare di presunti diritti, come se fossero tali il diritto di sopprimere un nascituro, quello di drogarsi liberamente a scopo ricreativo, o quello di immigrati clandestini di invadere la nazione altrui per viverci da parassiti (vedi soprattutto percentuali in Texas). In altre parole, per la presidenza USA c’è stato, per certi aspetti e con tutti i limiti del caso, un voto del popolo contro i poteri forti e il “politicamente corretto”. Non che Donald Trump sia esente da difetti e da considerare come l’uomo della provvidenza, ma comunque un segnale importante c’è stato anche per l’Europa e il resto del Mondo. Da notare la repentina e preoccupata telefonata fra il Presidente francese Macron e il Cancelliere tedesco Scholz; non solo per i ventilati dazi sulle importazioni, l’agitazione della sinistra nostrana ed europea, come se più di qualcuno sentisse ora la terra mancare sotto i piedi. In tale contesto, le gerarchie UE potrebbero essere messe in discussione e l’Italia potrebbe assumere un nuovo ruolo privilegiato, anche come interlocutore europeo verso il nuovo inquilino della Casa Bianca. Si vedrà nel prossimo anno se la speranza di cambio rotta non andrà delusa e se Trump riuscirà nell’intento di porre fine al conflitto russo-ucraino ma, soprattutto, a quello israelo-palestinese, compito assai più arduo e complesso, considerato anche il coinvolgimento di tutto il variegato mondo islamico. Su questi temi non sono da farsi eccessive illusioni, perché una pace giusta che contenti tutti non esiste mai, quando ci sono migliaia o anche milioni di persone che si vedono costrette a lasciare la propria casa e la propria terra: la storia è piena di esempi, come quello degli Italiani di Fiume, Istria e Dalmazia.
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