OLTRE GRETA THUNBERG

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di Giacomo Ciarcia

Qualcuno ci aveva già parl ato di ecologismo e di problematiche ambientali assai prima della giovincella svedese sorta dal nulla; si chiamava Pino Rauti.
E nella battaglia ecologista, Rauti ci credeva veramente in tempi non sospetti e andando controcorrente, di fronte a un sistema che in nome del profitto non voleva saperne di tali tematiche e tutela ambientale; lo stesso sistema che adesso intravedendo nuovi orizzonti si serve della mano di un certa sinistra radical-chic per muovere una Greta qualsiasi quasi a cavallo di troia, per andare a toccare dietro la faccia dolce di una ragazzina improvvisata la sensibilità del popolo. Ma davvero adesso vogliono farci credere che solo a sinistra si rivolga attenzione a tale problema?
Era il 1979 (oltre quarant’anni fa) quando Pino Rauti nella sua mozione “Spazio Nuovo” poneva all’attenzione del XII congresso missino di Napoli il problema ecologico e dell’ambiente, , molto prima della nascita del movimento politico dei Verdi, quando tra una sinistra troppo impegnata nella caccia al “fascista di turno” non si sfioravano minimamente certi argomenti. E fu lo stesso Rauti, dopo aver intervistato su “Linea” l’etologo Konrad Lorenz quando in Italia nessuno lo conosceva, a presentare alla Camera dei deputati nel 1982 una proposta di legge sulle norme per la tutela del patrimonio naturale e la prevenzione degli impatti ambientali. E poi i “Gruppi di ricerca ecologica” ,”Fare Verde” e tutte quelle realtà che parallelamente al MSI animarono le antiche battaglie ecologiste rautiane a fianco di quelle sociali del cosiddetto “sfondamento a sinistra” mediante l’alternativa anticapitalistica del corporativismo e della socializzazione.
Noi crediamo che la tutela ambientale non possa essere monopolio di una sola parte politica, utilizzata tra l’altro solamente in chiave meramente strumentale. La nostra concezione etica della vita, non ha nulla da imparare dalla propaganda di certi settori politici, noi abbiamo sempre ostacolato le logiche del profitto ove queste vadano ad ostacolare il rispetto e la salvaguardia della persona e del territorio; ciò tende a differenziarci marcatamente e sicuramente da certa destra liberal-liberista sorda verso certe priorità, ma anche da certa sinistra salottiera che cavalca l’onda in maniera ipocrita e non credibile.
Abbiamo la sensazione che la piazza invocante a Greta Thunberg poco abbia a cuore delle battaglie ecologiche e ambientali, ma che miri piuttosto ad altro. A smentita di ciò, ci piacerebbe sapere allora che connessione ci possa essere tra sacrosante tematiche climatiche ambientali e certi slogan “immigrazionisti” lanciati assieme al canto di “bella ciao” dalla stessa piazza. Qualcosa evidentemente non torna. Non lasciatevi fregare.

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