Anni settanta. L’olocausto del Movimento Sociale Italiano.

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di Mario Lupi

Ventitre Italiani di militanza o di fede missina furono assassinati durante gli anni di piombo.
Genova, primo maggio 1970. In piazza Verdi sta per iniziare un comizio dell’onorevole Almirante. Piazza stracolma. Dal muraglione che sovrasta la piazza inizia una violenta sassaiola. Piovono sassi che sembrano macigni. Cade , colpito da uno di essi, Ugo Venturini , operaio, sindacalista della CISNAL. Il primo nostro martire .
Salerno, 7 luglio 1972, Carlo Falvella, dirigente del FUAN, viene pugnalato al cuore.
Roma, 16 aprile 1973, gli “eroi” di Potere Operaio appiccano il fuoco all’abitazione di Mario Mattei, segretario della sezione del MSI di Primavalle. Muoiono carbonizzati due dei suoi figli, Virgilio 22 anni e Stefano, 8 anni.
31 luglio 1973, Reggio Calabria. Giuseppe Santostefano, sindacalista della CISNAL, muore per infarto dopo essere stato massacrato di botte dai comunisti.
Padova, 17 giugno 1974. Un commando delle Brigate Rosse irrompono nella Federazione del MSI e uccidono a colpi di pistola Giuseppe Mazzola, 60 anni, e Graziano Giralucci, 30 anni.
Roma, 28 febbraio 1975, viene ucciso lo studente greco Mikis Mantakas, iscritto al FUAN. Gli assassini fuggono all’estero.
Milano, 14 marzo 1975. Sergio Ramelli, studente diciassettenne, viene sprangato da attivisti di Avanguardia Operaia con chiavi inglesi Hazet 36 . Morirà dopo 47 giorni di agonia. Suo padre morirà un anno dopo d’infarto.
Roma, 30 ottobre 1975, viene trucidato a colpi d’arma da fuoco davanti alla sezione del MSI del Prenestino, Mario Zicchieri detto Cremino, 16 anni.
Milano, 29 aprile 1976, una squadra di Prima Linea crivella di proiettili Enrico Pedenovi, consigliere provinciale  del MSI. Aveva 50 anni.
Roma 30 marzo 1977. Bruno Giudici, padre di un militante del MSI, viene massacrato di botte in un bar. Morirà a seguito di complicazioni polmonari.
Roma, 28 dicembre 1977. Angelo Pistolesi, 31 anni, militante del MSI viene ucciso a colpi di pistola sotto casa.
Roma , 7 gennaio 1978. Davanti alla sezione del MSI di AccaLarentia vengono assassinati a revolverate due iscritti al FdG, Francesco Bigonzetti e Stefano Ciavatta. Quando gli portano la notizia il padre di Stefano, sconvolto, si toglie la vita. In quella tragica occasione vene anche ucciso, da un carabiniere, Stefano Recchioni, anche lui militante missino.
Roma, 10 gennaio 1979. Un poliziotto uccide con un colpo di pistola alla nuca Alberto Giaquinto, 17 anni. Il poliziotto sarà o dannato alla pena simbolica di 6 mesi con la condizionale per omicidio colposo.
16 giugno 1979 , un gruppo dell’ultrasinistra aggredisce a sprangate lo studente Francesco Cecchin il quale , nel tentativo di fuggir, cade nel vuoto da un muraglione. Morirà dopo qual è giorno accompagnato dal lugubre sarcasmo di radio Onda Rossa.
Roma, 12 marzo 1980, due killer assassinano Angelo Mancia, impiegato al Secolo d’Italia.
Roma 9 febbraio 1983. Viene ucciso, mentre attacca dei manifesti, Paolo di Nella. Al capezzale del giovane per consolare i genitori disperati si recherà il presidente della Repubblica Sandro Pertini.
A questo morti si dovrebbero aggiungere altri deceduti in circostanze “particolari”, mi viene a mente Nanni De Angelis, “suicidatosi” durante lo stato di fermo oltre alle centinaia di aggressioni subite dai militanti del MSI.
Non ci sarà giustizia fino a quando saranno condannati i responsabili di quegli omicidi, e di qualcuno si sanno perfettamente i nomi. Purtroppo sappiamo che questo non avverrà mai.
Ma noi non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo scordare.


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