Guardie giurate, una categoria abbandonata dallo Stato

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di Fabio Simeone

È di ieri l’ ultimo episodio di aggressione ad una G.P.G. presso una struttura sanitaria in Campania e, come al solito, si fa solita solidarietà finto-buonista, ma nessun provvedimento effettivo viene preso dal Governo.

Infatti le associazioni di categoria, da tempo, chiedono al Parlamento una maggiore attenzione per il loro lavoro con un nuovo ordinamento legislativo che dia maggiore garanzie e visibilità rimodernando il settore. La qualifica giuridica loro assegnata però rimane lettera morta, in quanto la stragrande maggioranza non ha la minima idea di cosa voglia dire e di quali siano i poteri e le limitazioni di questa figura. A seconda del bene o luogo da presidiare, le guardie particolari giurate sono chiamate a lavorare anche di notte e nei giorni festivi, secondo turni prestabiliti e il più delle volte massacranti. Un lavoro indubbiamente pericoloso perché, in caso di furto o rapina e in altre circostanze, si è obbligati ad intervenire esponendo la propria incolumità a seri rischi, soprattutto se i criminali sono armati. Negli ultimi anni i crimini sono aumentati e il bisogno di sicurezza, soprattutto nelle aree metropolitane non solo non sono diminuiti ma l’esigenza della popolazione e quella di un bisogno maggiore di protezione.

La figura della guardia giurata in Italia è una delle più indefinite e meno tutelate: giuridicamente esse sono identificate come incaricati di pubblico servizio (Gpg presso le Prefetture di competenza territoriale), ma allo stesso tempo sono inquadrati all’Inps e all’ufficio provinciale del lavoro come operai generici, ma ad operare ed a svolgere molto spesso compiti dì polizia. Questi servizi confermano quanto sia strategico e fondamentale dotare loro dì titolo autorizzativo rilasciato dalla prefettura. Per questo, quindi, è inevitabile e necessaria una “ristrutturazione” legislativa che porti al riconoscimento della qualifica di agente di pubblica sicurezza con tutte le tutele economiche, sociali, giuridiche e legali al pari delle forze dell’ ordine così come avviene nei Paesi come Francia, Germania e Spagna.

Le forze di governo, attuali e passate, dicono che noi italiani dobbiamo prendere ad esempio Francia e Germania ma come mai se ne dimenticano quando c’è da tutelare il lavoratore italiano? Forse, pur essendo di schieramenti diversi, avranno le stesse orecchie da mercante? E’ ora che le forze poltronare di maggioranza ed opposizione la piantino di vendere fumo negli occhi con le finte promesse elettorali e salvino dal baratro questa categoria, dandone una dignità, professionale ed economica nonché i giusti riconoscimenti a tutela del ruolo che svolgono al servizio e tutela degli italiani

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